Itinerari

Itinerari, escursioni e dintorni dell'agriturismo

L’agriturismo La Vecchia Fattoria offre tante possibilità per chi desidera esplorare la natura circostante e il territorio. È possibile fare camminate e varie escursioni guidate alla scoperta di itinerari unici nella Basilicata. Si possono fare escursioni in mountain bike, per pedalare lungo sentieri panoramici, attraversando contesti ricchi di natura, cultura e bellezze. Si può andare alla raccolta di funghi e castagne, a pesca nel fiume, a caccia. Le attività outdoor renderanno ogni soggiorno un’esperienza avvincente e immersiva, esaltando il legame con la terra e avvicinando alle bellezze del territorio circostante.

Escursioni

Sono tante le escursioni che si possono organizzare sul territorio, anche guidate.

Pedalate in mountain bike

L’agriturismo è immerso nel verde e sono disponibili escursioni in mountain bike.

Attività outdoor

È possibile fare passeggiate come è possibile andare per funghi, raccogliere castagne e molto altro.

Parco Nazionale del Pollino e Massiccio del Sirino

Nelle vicinanze delle stupende spiagge della costa di Maratea e del Parco del Pollino si trova il Massiccio del Sirino, una delle riserve naturali più belle della Basilicata. Si tratta di un Sito di Interesse Comunitario e Zona a Protezione Speciale della provincia di Potenza, è parte del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.

Il Massiccio del Sirino, che ha cime che misurano oltre 2mila metri di quota, offre un ottimale innevamento durante tutto il periodo invernale, con la possibilità di praticare lo sci di fondo e lo sci alpinismo. Permette anche, nel corso di tutto l’anno, di praticare Trekking e Nordik Walking sulle sue cime, negli splendidi boschi di Faggio o sulle rive del lago Laudemio, lago di origine glaciale avvolto da stupendi boschi (è apprezzato in particolare con la stagione primaverile quando, a causa di una particolare specie di alga, prende una incantevole colorazione verde smeraldo).

Sul Massiccio del Sirino sono inoltre presenti molte specie faunistiche protette come il lupo, la lontra, il tritone italiano e il tritone crestato, la salamandra dagli occhiali, la rana verde e la rana dalmatica. Tra le specie vegetali autoctone presenti ci sono l’astragolo del sirino e la vicia serinica, quest’ultima è una specie rara.

La Certosa di San Lorenzo

La Certosa di San Lorenzo, nota anche come Certosa di Padula, è situata nel Vallo di Diano ed è la più grande certosa presente sul territorio nazionale, anche dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Venne fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino sul sito di un esistente cenobio e la sua struttura richiama l’immagine della graticola sulla quale San Lorenzo venne arso vivo. La parte principale è in stile Barocco e ha una estensione di 51.500 metri quadrati, con più di 320 stanze. 

La regola certosina predica il lavoro e la contemplazione, e nella Certosa sono presenti vari luoghi per la sua attuazione: il tranquillo chiostro, la biblioteca con il pavimento di mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare, la Cappella arricchita da marmi molto preziosi, l’estesa cucina, le enormi cantine, le lavanderie e i campi limitrofi dove venivano coltivata la terra (i monaci producevano olio, vino, frutta e ortaggi). La struttura ospita anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale.

La Grotte di Pertosa

L’origine delle Grotte dell’Angelo di Pertosa risale a circa 35 milioni di anni fa

Si tratta delle più importanti grotte presenti nell’Italia del sud, le sole a essere percorse da un fiume sotterraneo, il Tanagro o Negro, il cui corso è stato deviato per utilizzi di tipo energetico.

A seguito di ciò, l’entrata delle Grotte si è allagata, tanto da permettere l’accesso all’interno, che può essere fatto mediante speciali barchette che vengono guidate dalle guide del Comitato Pro Grotte dell’Angelo (sono tra le poche grotte non marine percorse da un corso d’acqua navigabile).

Il Lago del Pertusillo

Negli anni ’60, con lo sbarramento del corso dell’Agri, sorse il bacino del Pertusillo. Questo capolavoro dell’ingegneria idraulica, con un’imponenza di 100 metri e una maestosa struttura ad arco gravitazionale, diede origine al lago del Pertusillo.

Questa imponente realizzazione creò una riserva d’acqua con una capacità di 155 milioni di metri cubi, progettata per soddisfare varie esigenze, tra cui la produzione di energia elettrica e l’irrigazione di oltre 30mila ettari di terreno circostante. Lungo le sue sponde, il comune di Spinoso ha sviluppato un percorso attrezzato, arricchito da aree di sosta incantevoli dotate di strutture come campi da bocce, aree barbecue e tavoli.

Inoltre, nella zona di Ficarella, è stata recentemente inaugurata un’oasi di ristoro, inserita in un ambiente naturale quasi incontaminato. Il lago ospita delle varietà di pesci, tra cui trote, anguille e carpe, costituendo un’attrazione non solo per i pescatori locali, ma per tutti coloro che amano l’arte della pesca.

Moliterno

Le origini di Moliterno si perdono nel tempo, pare che fosse già abitato in epoca preromana. Informazioni affidabili parlano di un ‘accrescimento di Moliterno, dopo la distruzione di Grumento, avvenuta ad opera dei Saraceni tra l’872 e il 975 (o nel 1031, secondo altre fonti), per l’arrivo di molti Grumentini sopravvissuti al massacro, che si raccolsero intorno alla torre longobarda. Nella seconda metà dell’XI secolo, Moliterno passa sotto la dominazione dei Normanni, che fecero erigere il Castello.

Subentrarono gli Svevi a seguito del matrimonio di Costanza d’Altavilla, erede dei normanni, con Enrico VI. Con il regno di Federico II lasciò traccia di sé uno dei primi feudatari Nicolau de Moliterno, al quale Federico II consegnò, per tenerlo prigioniero, il barone Nicolattum de Cusano. Lo scontro decisivo tra l’esercito di Carlo d’Angiò, chiamato da Papa Clemente IV, contro Manfredi, figlio di Federico II, si concluse a Benevento nel 1266 con la morte di Manfredi. Morto lo svevo, Moliterno passò sotto la dominazione Angioina, e più precisamente del barone Brajda.

Venne donato a Oddone di Brajda il castello di Moliterno, che i Brajda tennero dal 1268 al 1477. Con loro Moliterno venne varie volte devastata per le continue lotte tra i partigiani dei nuovi governanti e i sostenitori degli Svevi, causando numerose vittime. Per compensare i danni subiti, la baronessa Odolina d’Aquino, vedova di Oddone, ottenne temporaneamente il controllo della terra di Sanseverino di Camerota nel Cilento, che era sotto il governo dei baroni di Carlo d’Angiò.